Amedeo Modigliani, grande artista italiano, morì giovane, a soli 36 anni. Era il 24 Gennaio 1920, esattamente un secolo fa. Nato a Livorno nel 1884 è stato definito da molti critici “l’artista maledetto”
La sua, in effetti, è stata una vita dissoluta seppur toccata dalla grazia dell’immenso talento. Dedo, così lo chiamavano in famiglia, iniziò ad appassionarsi alla pittura già adolescente, per poi frequentare lo studio del pittore livornese Guglielmo Micheli.
Agli inizi del ‘900 si trasferì con la madre a Venezia per studiare all’Accademia di Belle Arti dove impattò con l’Impressionismo francese. E, infatti, fu Parigi, nel 1906, la sua nuova casa e come tanti altri artisti, senza il becco di un quattrino, si stabilì nel quartiere di Montmartre dove venne a contatto con le più grandi personalità del tempo del calibro di Picasso, Toulouse-Lautrec, Renoir, Cézanne e Soutine.
Nella città francese condusse una vita sostanzialmente povera, che spesso lo costrinse a ritornare dalla sua famiglia d’origine. La situazione economica era talmente difficile che spesso si pagava da bere disegnando piccoli ritratti a matita chiamati “dessins à boire” o disegni per bere.
Nonostante tutto, ebbe numerose amanti ed una vita sentimentale estremamente travagliata. Tuttavia, la donna della sua vita, Jeanne Hébuterne, anche lei pittrice e modella, morì suicida il giorno dopo la morte dell’artista insieme al figlio che portava in grembo. E, in ogni caso, tutta l’arte di Modigliani è stata ispirata dalle donne, come dimostrano i ritratti di creature altere ed eteree, dal lungo collo e dagli occhi assenti.
Gli eccessi di alcool e droghe, sovrapposti ad una salute cagionevole, determinarono dunque la prematura scomparsa di Modì, ma l’icona del genio e sregolatezza consegnata alla storia non può, comunque, offuscare la straordinaria forza espressiva che tuttora scaturisce dalle sue opere.