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L’esposizione ricrea l’universo del regista di Beetlejuice all’interno della Mole Antonelliana

Un tuffo nelle atmosfere cupe, surreali e colorate create dal regista attraverso 540 opere esposte alla mostra torinese, dove la follia architettonica della Mole si fonde perfettamente con la follia visionaria di Burton. L’artista è arrivato in città, per l’inaugarazione dell’evento, senza la compagna Monica Bellucci.
Si tratta della sua prima volta a Torino. «Ne ho sempre sentito parlare – ha, infatti, dichiarato il regista – il Museo è un edificio incredibile. Appena ho visto l’allestimento della mostra ho provato una sensazione potente, è come entrare in un Parco dei divertimenti». Lui, in pratica, è un immaginifico costruttore di mondi e, come tale, gli spazi del Museo del Cinema, con le sue architetture bizzarre, vertiginose e febbrili sono, appunto, il luogo ideale per la sua esposizione.
Si rischia, oltretutto, di annegare come Narciso o di perdersi come Alice in questo ‘Paese delle meraviglie’, in un’autentica grande bellezza non omologata. Un’epifania di emozioni, dunque, turbamenti ed impressioni che avvolgono il visitatore grazie anche alle scale a chiocciola che ospitano le opere. Una mostra quella dedicata al genio americano, che diventa «un sogno che si realizza» come dichiarato da Domenico De Gaetano, Direttore del Museo.
«Quello di Burton è un personaggio fondamentale perché piace a diverse generazioni, dai più anziani ai giovanissimi » ha, infine, aggiunto lo stasso De Gaetano. Lo spettatore ha, quindi, l’occasione di ripercorrere le orme del regista, entrare nel suo mondo visionario provando a capire l’evoluzione della sua singolare immaginazione visiva, in una sorta di autobiografia raccontata attraverso un processo creativo senza limiti.