Situato nel cuore di Parigi, all’interno della vecchia Stazione omonima, il Museo d’Orsay è aperto al pubblico da oltre 30 anni
E’ tra i Museipiù visitati al mondo, con le Sale che custodiscono opere appartenenti a diverse correnti artistiche. La sua Struttura è meravigliosa, in grado di incantare da sola il visitatore, come se le opere esposte al suo interno non bastassero.
Prende il nome da la Gare d’Orsay perché è stato realizzato all’interno di un’antica Stazione ferroviaria. Quando nel 1939 le linee principali furono spostate alla stazione d’Austerlitz, la Gare d’Orsaycominciò a morire lentamente, tanto che nel 1945 fu usata principalmente per il transito dei prigionieri di guerra e nel 1950 chiuse definitivamente le sue porte.
Per questo motivo, dopo la Seconda Guerra Mondiale, si pensò di demolirla per fare il posto a edifici contemporanei inseriti in un grande progetto di riqualificazione e ricostruzione della città. Per fortuna, però, l’edificio fu risparmiato grazie all’intervento dei cittadini più illustri di Parigi e diventò solo monumento nazionale.
Nel 1973 fu usata come Sede di una delle Compagnie Teatrali più famose di Parigi, la Renauld-Barrault, e l’anno dopo come centro della Casa d’Aste Drouot. Bisogna aspettare il 1978 per vederla trasformata in Museo, che aprì ufficialmente le sue porte il 1 Dicembre 1986, dopo un grande restauro realizzato su progetto dell’architetta italiana Gaetana Aulenti.
Laureatasi al Politecnico di Milano nel 1953, Gaetana Aulenti, per gli amici Gae, deve il suo nome ad una nonna terribile. Nasce vicino ad Udine, ma passerà metà del tempo nella casa in Calabria, in una famiglia di professionisti ed intellettuali.
Inizierà a lavorare in un’Italia distrutta dalla guerra, dove l’apporto dell’architettura era più che mai incentrato sul recupero storico del passato ed è anche per questo che, ad oltre 80 anni, dirà di odiare ancora le macerie.
Del Museo parigino, conserverà la struttura originale dell’antica Stazioneferroviaria sorta a pochi passi dal lungosenna, proteggendone al meglio l’identità, ma attuando anche geniali accorgimenti, come la progettazione degli spazi interni e dei percorsi espositivi.