Bergoglio ha partecipato agli Stati Generali della natalità

Dio, Patria e Famiglia, sì, ma con capacità di adattarsi alle circostanze. Agli Stati Generali della natalità Papa Francesco, alla fine, è rimasto da solo. Nel 2021, il primo anno in cui intervenne a questo evento, accanto a lui c’era Mario Draghi, che aveva fortemente voluto la presenza del Pontefice perché le questioni sociali ed economiche, spiegò, hanno «prima di tutto una dimensione umana ed etica».
L’anno scorso, invece, vestita di bianco come Francesco, c’era Giorgia Meloni. Sorrisi, confidenze e cordialità a riprova di un non scontato feeling personale, ma anche del fatto che l’allarme per le culle vuote accomuna le 2 sponde del Tevere. Tanto più se a Palazzo Chigi c’è una leader che della difesa dei valori tradizionali ne ha fatto un vessillo.
Quest’anno, però, sul Palco Jorge Mario Bergoglio era da solo. La presenza della premier non era prevista e all’appuntamento, segnato il primo giorno dalle contestazioni ad Eugenia Roccella, gli altri Ministri della destra di Governo non si sono presentati, né lo hanno fatto i leader delle Opposizioni. I buoni rapporti con il Papa, tuttavia, non sono in discussione. Francesco, tra l’altro, ha da poco accettato l’invito di Meloni ad intervenire al G7 sull’Intelligenza Artificiale.
Per il Papa «urgono politiche efficaci, scelte coraggiose, concrete e di lungo termine». C’è bisogno di «un impegno maggiore da parte di tutti i Governi affinché le giovani generazioni vengano messe nelle condizioni di poter realizzare i propri legittimi sogni». Chiede, infine, tra gli applausi del pubblico, di «porre una madre nella condizione di non dover scegliere tra lavoro e cura dei figli».