Quali opportunità attendono il Made in Italy in un contesto in rapido cambiamento? Quali sono i mercati che presentano un potenziale più elevato per le eccellenze italiane? Con chi si confrontano le nostre Imprese sulla scena internazionale?

A queste domande ha cercato di rispondere il Centro Studi Confindustria nel corso del Convegno di presentazione del Rapporto Esportare la dolce vita – Bello e ben fatto: il potenziale del made in Italy nel panorama internazionale che cambia giunto alla sua 11ª edizione. La pandemia ha avuto un effetto propulsivo sulle tendenze in atto, provocando in alcuni casi un’accelerazione dei cambiamenti e, quindi, dei tempi di adattamento. Il distanziamento sociale, inoltre, ha indotto un immediato ricorso di massa alle interazioni digitali, tanto per ragioni di socialità che di business.

Seppure gli effetti maggiori si siano prodotti per attività legate al comparto turistico, la crisi ha centrato il Made in Italy al cuore, colpendo più duramente i Settori della manifattura legati alla moda. I comparti del fashion hanno, infatti, subito sia gli effetti diretti (chiusura ripetuta delle attività commerciali collegate, stop delle fiere in presenza e criticità legate alle trasferte), sia indiretti (condizionamenti alla mobilità e alla socialità).

Per favorire la ripresa delle esportazioni, è fondamentale intercettare il potenziale del nostro export nel mondo. Di particolare interesse resta l’Asia, dove le prospettive di crescita non potranno che migliorare per la recente creazione del Regional Comprehensive Economic Partnership, il più grande accordo commerciale di libero scambio in vigore al mondo. All’evento ha partecipato anche il Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale Luigi Di Maio.