La riforma costituzionale ha l’obiettivo di rafforzare la stabilità dei Governi
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro per le Riforme Istituzionali Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha approvato un Disegno di Legge costituzionale per l’introduzione dell’elezione diretta del Presidente del Consiglio dei Ministri che viene, dunque, scelto dagli elettori a suffragio universale, durando in carica 5 anni.
L’elettore troverà, così, nelle urne un’unica scheda con la quale si eleggono premier e Camere. Per le opposizioni, eccetto i renziani, si tratta di una riforma pericolosa, in quanto altera la parità di investitura fra Presidente della Repubblica (eletto dal Parlamento) e Presidente del Consiglio (eletto dal popolo), azzoppando, a sua volta, il Capo dello Stato.
L’altra novità assoluta è l’addio ai Senatori a vita. Sul merito il Presidente Mattarella non detto nulla, né si prevedono dichiarazioni in futuro. Sarebbe, sostanzialmente, un’invasione di campo, per cui si tratta, in ogni caso, di una riforma del Governo e non del Colle. Gli italiani andranno a votare per difendere un Presidente della Repubblica dotato degli attuali poteri o per uno derubricato a notaio? È questa la partita che dopotutto spaventa gli architetti del premierato.
«Considero questa la madre di tutte le riforme che si possono fare in Italia – ha, infine dichiarato la Meloni -. L’assenza di stabilità ha obiettivamente creato un problema della nostra credibilità anche a livello internazionale. Abbiamo deciso di non toccare le competenze del Presidente della Repubblica, salvo ovviamente per quanto riguarda l’incarico al Presidente del Consiglio che in questo caso viene eletto direttamente dai cittadini».