La chiamarono ironicamente l’Armata Brancabearzot, ma alla fine diventò una famiglia

«Campioni del Mondo!». Questa frase scandita 3 volte dall’indimenticabile voce di Nando Martellini fa ancora vibrare i cuori, non solo di chi ha passione per il calcio, ma di tutti gli italiani.
Un successo inatteso, giunto dopo un avvio difficile, di sconfitte, di polemiche e silenzio stampa. Poi l’incredibile metamorfosi della Nazionale italiana contro Argentina e Brasile e la cavalcata fino a sollevare la Coppa del Mondo.
Un esempio di caparbietà, di orgoglio e dignità. Una vittoria che tutti ritenevano impossibile, tranne quei ragazzi dell’82. Una favola di riconoscenza e di riscatto, che vide fra i protagonisti il compianto Enzo Bearzot.
Commissario tecnico, mentore e padre putativo di quei giocatori che fecero l’impresa. Non era alla ricerca del consenso, ma aveva come priorità la lealtà, il rispetto e la coesione della sua squadra.
Questi valori, propri dello sport, furono condivisi anche dai tifosi e da tutti gli italiani, in un periodo storico difficile, un momento di profonda crisi economica e sociale.
Una vittoria che costituì il motore propulsore in grado di dare nuova linfa al Paese e consentire all’Italia di superare uno dei momenti più bui della storia repubblicana.
Un’irripetibile sinfonia di scelte coraggiose, sacrificio e capacità che rese umana ed eroica la vittoria. Questa storia, ancora oggi, costituisce un esempio per le giovani generazioni.
Tant’è che ora è diventato un evento cinematografico in programma nei prossimi 20, 21 e 22 Giugno con la coinvolgente interpretazione di Marco Giallini.
Un percorso a tappe, 11 momenti cruciali come i calciatori che scendono in campo per affrontare l’avversario. Un modello che è stato chiamato Il Viaggio dell’Eroe che si realizza quando la storia diventa mito.
I capitoli sono impreziositi dalle animazioni di 11 dei più grandi illustratori italiani, coordinati artisticamente dal magistrale Roberto Recchioni.