17 Febbraio 1530, Firenze si fa beffa dell’assedio spagnolo e gioca al Calcio Storico
Che lo spirito fiorentino fosse orgoglioso, beffardo e strafottente era risaputo, ma quel giorno in Santa Croce fu ampiamente dimostrato. Firenze era da tre anni una Repubblica e Papa Clemente VII°, al secolo Giulio de’ Medici, si era accordato con l’Imperatore Carlo V° per un assedio militare che costringesse i fiorentini a riabbracciare la causa dei Medici.
La città, che resisteva da due anni alle truppe spagnole, decise, in scherno ai nemici, di mantenere viva la tradizionale partita di Calcio Storico, che allora si giocava durante il Carnevale. Un’esibizione di forza fatta attraverso il gioco, in un momento in cui di giocare ci sarebbe stata poca voglia.
Il messaggio fu chiaro: siamo più forti dei vostri cannoni. Alle truppe imperiali posizionate sulle colline adiacenti, non rimase che osservare, bianchi di stupore e verdi di bile (pare fossero gli stessi colori dei calcianti in campo), lo spirito di una città ergersi più in alto delle difficoltà.
A quel tempo il ‘calcio incostume’ era un passatempo praticato anche da molti nobili fiorentini, ma in anni più recenti, con la diffusione dei 4 colori di quartiere e lo spostamento dell’evento alla Festa patronale del 24 Giugno, ha assunto un carattere sempre più popolare.
È considerato il più antico sport di squadra con la palla di tutta Europa ed è ancora seguitissimo dai turisti e soprattutto dai tanti fiorentini, divisi in fazioni inneggianti i propri colori, ma sempre con Firenze nel cuore.