Si chiama L’inizio ed esce a 5 anni dall’ultimo lavoro discografico dell’artista lombardo
Potrebbe essere un nuovo ‘inizio’ per il cantautore, anche se per il momento L’inizio è solo il titolo del nuovo album, il sedicesimo in carriera. «Auguro a tutti di vivere inizi perenni – ha dichiarato il compositore e interprete di Rozzano -. Anche se, a pensarci bene, mi piacerebbe di più chiamare questo disco ‘ciclo’ con una visione più orientale e circolare della vita rispetto alla nostra, quasi sempre lineare».
«A 60 anni vuoi il cambiamento sempre – ha, poi, aggiunto Antonacci nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera – mandi a quel paese l’ansia del domani, senti nuova energia e vitalità, anche se la malinconia lavora sotto come un tarlo. Troppo spesso si dice a qualcuno ‘come sei cambiato’, in senso negativo, perché siamo legati agli stereotipi, alle abitudini, alla comfort zone. Il nostro ego è diventato il nostro Dio. E allora cambiare è un atto di coraggio».
Il disco parla, inoltre, anche della sua relazione con il padre e di alcuni momenti vissuti fra loro: «Non sono mai riuscito a dirgli ‘ti voglio bene’ – ammette, infine, Biagio – forse perché pensavo che ci sarebbe stato sempre il tempo di farlo. Quando, poi, è stato male all’improvviso non gliel’ho detto perché non volevo che sembrasse che non ci sarebbe più stato tempo. C’è rimpianto, ma anche qui un nuovo inizio nel non voler commettere gli stessi errori con i figli».
*L’immagine in evidenza è a cura di MaicolNovara@2023