Sono iniziate ieri, Lunedì 9 Settembre, le attività finalizzate alla redazione della Carta Archeologica del Comune di Morano. Le operazioni si svolgeranno sino a Sabato 21 e coinvolgeranno diverse zone rurali.
In particolare le perlustrazioni riguarderanno le aree notoriamente ritenute più interessanti dal punto di vista archeologico, alla ricerca di evidenze che permettano di ricostruire la storia di Morano e di registrare e porre in pianta i resti antichi che in qualsiasi modo risultino esistenti sul terreno.
Lo si farà mediante: esplorazione minuta del territorio convenientemente suddiviso in parti; rilevazione fotografica esaustiva; indagine approfondita sulle fonti.
Il progetto è parte integrante del Protocollo d’Intesa stipulato tra il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali (DILBEC) dell’Università della Campania L. Vanvitelli e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio (SABAP) per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone.
Alla direzione dell’iniziativa, in qualità di responsabili scientifiche, due volti cari alla comunità moranese: la professoressa Giuseppina Renda, docente di Topografia Antica presso il DILBEC, e la dott.ssa Giovanna Verbicaro, funzionario archeologo responsabile di zona per la SABAP.
Il programma, come detto già in fase di attuazione, si avvale dell’impegno sul campo di un gruppo di studenti del Corso di Laurea Triennale in Conservazione dei Beni Culturali e del Corso di Laurea Magistrale in Archeologia e Storia dell’Arte del DILBEC.
Diretti e coordinati dalla professoressa Renda e dalla dottoressa Verbicaro i ragazzi avranno il compito di setacciare meticolosamente le porzioni di suolo selezionate e segnalare le tracce che via via individueranno.
«Siamo felici di poter accogliere un’equipe così ben articolata nelle figure e nelle professionalità presenti – affermano il Sindaco Nicolò De Bartolo ed il Consigliere delegato alla Cultura Mario Donadio – perché, come espresso in altre occasioni, la conoscenza del passato è premessa fondamentale per un popolo che voglia disegnare un futuro dignitoso e pienamente umano: ignorare le proprie radici significherebbe privarsi di avvenire e limitare la consapevolezza del presente. Siamo davvero grati alla Geppina Renda e alla Giovanna Verbicaro per aver fortemente voluto avviare questo progetto».