Una lettera con foto ed insulti contro gli ebrei, è stata fatta pervenire, in forma anonima, al Museo nazionale dell’Ebraismo e della Shoah di Ferrara. La Digos, intanto, ha avviato le indagini in quanto, da tempo, è ritenuto uno degli obiettivi sensibili della città
In prossimità della ricorrenza del Giorno della Memoria celebrata annualmente ogni 27 Gennaio, riaffiorano purtroppo i semi dell’odio, sempre pronti a germinare. Oltretutto, la Ferrara dell’antisemitismo era stata svelata agli italiani dalle straordinarie pagine dello scrittore Giorgio Bassani nel suo romanzo del 1962, Il giardino dei Finzi-Contini, ispirato alla storia vera di Silvio Magrini, Presidente della comunità ebraica negli anni terribili delle Leggi razziali.
La scoperta della busta è stata fatta da alcuni impiegati, al momento della riapertura degli Uffici dopo la chiusura per le festività natalizie. La ferma condanna del gesto è arrivata, in primo luogo, dal Ministro per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo Dario Franceschini, nell’apprendere l’incresciosa notizia: «Un atto vile e spregevole, che colpisce un’Istituzione culturale voluta per ricordare le sofferenze, le persecuzioni e le atrocità subite dalla Comunità ebraica italiana a causa delle infami leggi razziali», sono state le sue parole.
Gli ha fatto subito eco il Presidente del Museo ferrarese Dario Disegni il quale ha sottolineato: «In questi giorni abbiamo ricevuto innumerevoli manifestazioni di solidarietà e amicizia affettuosa da parte delle autorità e dei cittadini di tutto il Paese. L’atto ignobile e vigliacco non fa che aumentare la determinazione e la tenacia con cui il Museo conduce e condurrà la missione assegnatagli dal Parlamento Italiano di tenere viva la memoria, di lottare contro l’antisemitismo ed educare le nuove generazioni ai principi di eguaglianza e fratellanza che la nostra Costituzione ci chiama a perseguire».