La rosa fatica ad esprimere il suo potenziale, mentre la prossima Champions è sempre più a rischio

Uno, nessuno, centomila. L’enigma pirandelliano si è propagato nello spogliatoio della Juventus. Il tema della leadership emotiva, a maggior ragione dopo le recenti sconfitte, resta comunque centrale. L’altalena di prestazioni e di stati d’animo su cui è salita la squadra, senza aver ancora capito come scendere dalla giostra, ha preso il sopravvento.
Alla luce dei ben 7 differenti Capitani che si sono già alternati fra i calciatori, saremmo indotti a pensare sull’anarchia che nel Club regna assoluta, a partire dagli spogliatoi. Thiago Motta, come già sperimentato con successo con il Bologna ha optato, tra l’altro, per un’interpretazione itinerante della fascia.
Il frenetico avvicendamento, con buona probabilità, sta concorrendo alla fragilità emotiva mostrata finora dai bianconeri, capace di cancellare tutte le sicurezze messe faticosamente insieme dai calciatori. Il problema è che Thiago Motta ha cambiato e ricambiato talmente tanto che alla fine nei giocatori ha iniziato, dopo la shakerata di pensieri innovativi e rivoluzioni tattiche, a sedimentarsi qualcosa di preoccupante. Ossia, la confusione.