Si apre ora un’importante riflessione all’interno della Società che avrà bisogno di ricostruire per aprire un nuovo ciclo vincente
Un’altra annata senza titoli. La delusione, infatti, è fortissima. Ovvio che la Juventus non può scaricare le colpe sul solo Allegri, per quanto le sue Stagioni alla guida tecnica del gruppo siano comunque da archiviare senza alcun rimpianto. 9 milioni netti l’anno, per un allenatore che fra l’altro non ha prodotto nulla, se non la maschera sbiadita di una squadra che con lui ha saputo anche vincere.
Ora c’è bisogno di ricostruire, partendo con molta probabilità da quel Cristiano Giuntoli destinato in ogni caso a Torino, al di là di quel che pensa il suo Presidentissimo, abituato ormai ai soliti magheggi che nulla hanno a che fare con lo stile sobrio ed austero del malcapitato John Elkann.
La serata di Siviglia, purtroppo, ha detto molte cose, svelando se non altro i punti deboli dell’attuale rosa bianconera. Forse si tratterà di Chiesa che non sembra essere più il giocatore di prima, specie dopo il grave infortunio subito a Roma.
Oppure di Di Maria che, per la scialba prestazione offerta ni Spagna, non meriterebbe un altro scontato rinnovo per il prossimo anno e, poi, finanche Cuadrado, simbolo sinora di una formazione combattiva e determinata e che, invece, ha perduto di colpo lo smalto degli anni migliori.
Discorso a parte meriterebbero Vlahović e Rabiot, soprattutto per il loro valore di mercato. Su entrambi, si sa, non mancano gli interessi dei più importanti Club europei e, di fronte a clamorose offerte, la proprietà tuttavia non si straccerebbe le vesti pur di trattenerli a Torino.
Ecco allora, che ci si chiede, da dove partirà la Società nel programmare la prossima Stagione, al netto delle penalizzazioni che le saranno, oltremodo, inflitte da una Giustizia Sportiva che, neanche a farlo apposta, fa acqua da tutte le parti. Sarà per questo un futuro ancora più imprevedibile ed incerto, ma dal quale la Juventus è chiamata a venirne fuori, senza indugi ed esitazioni.
I vari Rovella e Cambiasso dovranno essere, prima o poi, riportati alla base e con alcuni dei giovani promettenti della Next Generation formare quell’ossatura sulla quale iniziare a ricostruire, sperando che Giuntoli possa fare a Torino, quelle operazioni che a Napoli hanno fatto la fortuna di uno scettico Spalletti.
Ci sono, dunque, tanti buoni motivi per non scoraggiarsi a condizione, però, che sulla panchina bianconera sieda comunque un nuovo mister. Non importa che si chiami De Zerbi, Tudor o Palladino, l’importante è che l’incapace di Allegri tolga al più presto il disturbo dalla Continassa.
*L’immagine in evidenza è a cura della Juventus F.C.