Kamala Harris, alla fine, ha chiamato Trump per riconoscerela sconfitta
«Non è il risultato che volevo – ha dichiarato la candidata Democratica – ma il mio cuore è pieno di gratitudine e orgoglio per quello che abbiamo fatto in questi giorni di Campagna elettorale, che terranno accesa la luce che brillerà sempre luminosa. Quella dei valori e degli ideali che riflettono sempre il meglio della nostra Nazione».
Poi ha invitato tutti a non disperare: «È il momento di rimboccarsi le maniche e di non di lasciarsi andare». Nella corso della notte Kamala ha sicuramente visto i fantasmi man mano che davanti ai suoi occhi sono passati i numeri di una sconfitta personale, prima ancora che del suo Partito.
«Le elezioni non sono andate come volevamo – ha, infine, dichiarato -. Ma a volte la lotta ha bisogno di tempo. Siamo stati sconfitti e dobbiamo rispettarlo. Rimettiamoci al lavoro già da domani». Consola i sostenitori con parole semplici, anche se sono tanti a non digerire la sconfitta.
Le critiche più aspre sono rivolte, soprattutto, a Joe Biden e al suo cerchio magico. Quando Harris ha preso in mano le redini di una Campagna ormai compromessa, era già troppo tardi e ha dovuto lavorare in un ambiente estremamente difficile. Se Biden si fosse ritirato in tempo, avremmo visto (forse) un’altra competizione. Invece, l’uscita di scena tardiva non ha dato, tuttavia, altra scelta.