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Si possono apprezzare i manoscritti dei grandi autori dell’epoca appartenuti a Boccaccio, Marsilio Ficino e Lorenzo il Magnifico

Il Palazzo Medici Riccardi che ospita la Biblioteca Riccardiana venne realizzato nel 1450, nel cuore della città, e deve il nome alla famiglia fiorentina che acquistò lo storico edificio dalla famiglia dei Medici.
Fu poi proprio su iniziativa della famiglia Riccardi che, appunto, venne creato l’ambiente della Biblioteca per il quale s’impegnarono i maggiori artigiani fiorentini per realizzare le scaffalature in noce e abete e la decorazione ad opera di Luca Giordano, uno dei maggiori pittori del tempo.
Nel corso del ‘700 la Biblioteca si ingrandì ulteriormente acquisendo nuovi spazi, ma segnò, purtroppo, anche la fine della ricchezza economica della famiglia che si ritrovò in completo fallimento alla fine del secolo. I libri furono, dunque, messi all’asta nel 1810, ma l’asta andò deserta, fino a che una cordata di librai fiorentini non la acquisì in blocco nel 1813.
Fu poi venduta alla Municipalità di Firenze e due anni dopo, il 9 Ottobre 1815, venne aperta al pubblico per continuare la sua funzione di Biblioteca, con una sola interruzione fra le due guerre mondiali, perché fu chiusa e poi riaperta nuovamente nel 1941.
«Il nostro punto di forza è la collezione dei manoscritti ed è il motivo per cui ogni anno accogliamo visitatori da tutto il mondo – ha sottolineato la Direttrice Francesca Gallori -. Una collezione di estrema importanza, sia dal punto di vista storico-artistico che filologico. Insomma si può dire, senza troppa superbia, che in queste stanze sono raccolte le pagine più importanti dell’Umanesimo e del Rinascimento fiorentino, fra cui spicca il manoscritto della Commedia copiato da Boccaccio».