Rosella Postorino scrittrice calabrese (Reggio Calabria – 1978) vince il Premio Campiello 2018, 56 ^ edizione del concorso letterario organizzato dalla Fondazione Campiello (Confindustria Veneto).
Il romanzo ha ottenuto ben 167 voti sui 278 espressi dalla Giuria dei Trecento Lettori Anonimi. Una vittoria importante, conquistata nello stesso anno che ha visto Helena Janeczek aggiudicarsi il Premio Strega.
Un’emozione grande, sicuramente l’orgoglio femminile, ma anche il ricordo dei propri genitori, commercianti calabresi, emigrati in Liguria. Infatti, lei trascorre l’adolescenza a San Lorenzo al Mare (IM), per poi trasferirsi a Roma dove ormai risiede da diversi anni.
Ma veniamo al libro: Le assaggiatrici (Feltrinelli), è un romanzo intenso che scava a fondo l’animo umano, ben oltre il contrasto tra bene e male.
La storia narra di Rosa Sauer, la protagonista, una delle assaggiatrici di Hitler. Ogni mattina viene prelevata dalla casa di campagna in cui vive con i suoceri ed è condotta nell’abitazione del dittatore, un covo top secret in cui si nasconde il Führer.
E così Rosa ed altre nove colleghe assaggiano i piatti che escono dalle cucine di Briciola, il cuoco di Hitler, per scongiurare ogni possibile tentativo di avvelenamento.
Nonostante tutto, però, qualcuna di loro è felice di mettere a repentaglio la propria vita pur di evitare la morte del tiranno. Ma c’è anche chi, come Rosa, preferirebbe non salire sul pulmino per compiere tale assurda missione.
E comunque, cosa succederebbe se una una delle donne (guarda caso donne), si rifiutasse di adempiere al proprio dovere?
Le assaggiatrici è un libro che fa riflettere perché Rosella Postorino ha raccontato con realismo una verità storica a cui troppo spesso si è preferito non dare risposte.