Da Cosenza a Reggio i calabresi dicono no alla decisione maturata nel corso dell’ultimo Consiglio dei Ministri
Migliaia di cittadini nella serata di Giovedì si sono riversati lungo le strade per protestare contro il provvedimento emanato dal Governo che a partire da Venerdì 6 Novembre impone su tutto il territorio regionale la cosiddetta zona rossa che significa, appunto, chiusura totale.
A Cosenza, infatti, i manifestanti si sono radunati in Piazza Kennedy intorno alle ore 18:00 per poi avviarsi verso l’ingresso dell’Autostrada, per impedirne sia l’uscita che l’accesso, dirigendosi, infine, in prossimità del presidio ospedaliero della città.
La rabbia è tanta e per molte famiglie la chiusura delle numerose attività rappresenta economicamente un colpo fatale, difficile da sopportare. Gli indici del contagio, in realtà, sono ben al di sotto rispetto ad altre Regioni finite, comunque, in zona gialla o arancione.
La scelta del Governo, tuttavia, sarebbe legata alla fragilità del sistema sanitario calabrese e ad una serie di inadempienze accumulatesi nel corso della pandemia. Ma al di là dei ritardi e delle responsabilità politiche o amministrative, le conseguenze sociali di questa nuova fase dei contagi appaiono decisamente di difficile gestione.
La gente, dopo tutto, non ci sta e non ha esitato ad urlarlo apertamente: «Questa volta non aspetteremo invano la cassa integrazione che non arriva mai. Il Governo nazionale deve garantire un reddito per tutti coloro costretti a chiudere per salvaguardare la salute», sono state le parole di un nutrito gruppo di manifestanti indignati.
Intanto, il Presidente del Consiglio Regionale della Calabria Domenico Tallini ha convocato per Sabato 7 alle ore 12:00 una seduta straordinaria dell’Assemblea con un solo punto all‘Ordine del Giorno: Calabria zona gialla. Aspettiamo gli sviluppi.