Solo la chiamata di una Nazionale potrebbe fargli cambiare idea
C’è sempre il tempo per farsi chiamare ‘bollito’, ma bisogna avere l’umiltà e l’intelligenza per capirlo prima. Claudio Ranieri, infatti, dopo la salvezza ottenuta sul campo del Sassuolo, dice addio al Cagliari e alla panchina, almeno quelle dei Club. Ha detto che quella sarda sarà la sua ultima panchina e così sarà, perché Ranieri, in fondo, è un uomo di parola.
Al massimo può tenere aperto uno spiraglio per una Nazionale, perché parliamo pur sempre di un Ssignore che è partito da Testaccio ed ha conquistato il mondo. A 72 anni, però, si possono godere altri interessi, senza rammaricarsi troppo. Il mister era legato da un altro anno di contratto con il Cagliari, ma il Presidente Giulini non si è messo di traverso è lo ha ringraziato.
Ranieri ha parlato di «decisione dura e sofferta». La parabola di una carriera quarantennale disegna anche il ritratto di un uomo divenuto monumento alla capacità di resistere. Ci sono state tante delusioni, fra cui il dolore di uno scudetto perso con la «sua» Roma, proprio quando il «non succede, ma se succede…», slogan di quella improbabile rimonta, stava per avverarsi.