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I tiri dal dischetto crescono del 52%, ma non c’è uniformità di giudizio

Il designatore Rocchi vuole Arbitri che decidano in autonomia, senza aspettare l’aiutino da casa. Ma poi si va in campo e lì le cose non sempre vanno in questa direzione. Di certo il Var, negli anni, ha debordato. Agli albori promettevano non più di un intervento ogni 3 partite e mezzo. In questa Stagione, invece, siamo già a 30 interventi, quasi 1 ogni 2 partite.
Aumentano i numeri e insieme cambia la percezione di ciò che avviene. Nel weekend (e non è una novità), abbiamo assistito ad una raffica di rigori molto televisivi. Se prima era solo la sensibilità umana a determinare se fischiare o meno adesso, invece, a decidere è la vivisezione operata da una telecamera ad alta definizione. Il risultato, quasi sempre, è quella più facile punire contatti minimi in cui basta sfiorare la palla col polpastrello, anche se non se ne accorge nessuno.
A dirla tutta, dei 32 rigori concessi in questo Campionato solo 3, forse 4 sono stati bocciati dall’Aia. In Europa, però, i numeri sono più bassi, lo abbiamo detto. In Premier, ad esempio, hanno concesso appena 12 rigori, in Spagna 28, ma con 20 partite giocate in più. Al contrario, la Champions è perfettamente in linea con l’Italia. 16 rigori in 36 gare, stessa media della Serie A.