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Tra il sogno di indipendenza e le minacce di Trump

Lo stato d’animo dei groenlandesi, poco più di 60 mila abitanti, in questi giorni si riassume in una parola realmente impronunciabile, nella lingua kalaallisut: «Nuannaarsuataarpoq», ossia sopraffatto. Così si sente, infatti, la maggioranza della popolazione. Oggi affronta le Elezioni forse più importanti nella storia di questo immenso territorio, che fu colonia danese dal 1721 al 1953.
C’è da dire che la posta in gioco è ben più alta rispetto al passato. Donald Trump vuole l’Isola artica ad ogni costo e per questo le Elezioni sono state anticipate di alcuni mesi, precipitosamente, all’indomani del suo insediamento. Doveva essere un voto per sottolineare la voglia di Indipendenza, o quantomeno di maggiore autonomia, dalla Danimarca.
Invece, le continue minacce di Trump, hanno impresso una svolta quasi esistenziale a questa giornata, finita sotto i riflettori del mondo intero. Secondo i pochi sondaggi, l’85% dei groenlandesi è contrario all’annessione agli Stati Uniti, con il 90% favorevole all’Indipendenza. «Non credo che i cittadini vogliano separarsi dalla Danimarca solo per diventare parte integrante dell’America» ha commentato con malcelata ironia il Ministro degli Esteri danese Lars Løkke Rasmussen.