Approvata al Senato la risoluzione di maggioranza sul Rearm
Con l’Europa, ma soprattutto con Trump. Attenta a non fare arrabbiare Matteo Salvini, che non è in Aula, ma a Varsavia. Riarmo europeo, certo, ma senza condividerne il nome roboante. Accanto a lei il Ministro Giorgetti, sornione, annuisce. Bocciata la linea di Parigi e Londra sui volenterosi, definita «complessa, rischiosa e poco efficace».
Calci negli stinchi all’Europa, dunque, iperegolatrice e soffocata dalle sue stesse regole, per strappare altrettanti applausi del lato sovranista del Senato. Ma anche gli ola chiamate per il Papa e Mattarella, con tutta l’Aula indotta ad alzarsi per una doppia standing ovation bipartisan. Con prudenza dorotea, Giorgia Meloni tiene insieme la sua Maggioranza nel giorno delle comunicazioni in vista del Consiglio europeo di Bruxelles.
La seduta era cominciata alle 14:30, con il discorso della premier. È il via libera a un documento in 12 punti, nel quale si cita il sostegno all’Ucraina per tutto il tempo necessario, fermo restando l’auspicio di una rapida conclusione dei negoziati di pace. Nessun cenno, quindi, al Rearm Europe. Meloni, oltretutto, raggiunge il suo apogeo durante il passaggio sui Dazi. Dice: «Sono convinta che si debba continuare a lavorare con concretezza e pragmatismo, per trovare un possibile terreno di intesa».