In scena al Teatro Rendano di Cosenza, nella serata di Venerdì 24 Maggio, lo spettacolo Medea – I segreti della nave Argo ha suscitato grande interesse e tanta partecipazione. Progetto teatrale nato nell’ambito del Certamen Telesianum Internazionale, ha visto la regia di Antonello Lombardo con la collaborazione delle Officine Teatrali Telesiane che varano, di fatto, la loro quinta produzione.
Non è mancato il sostegno e l’incoraggiamento del Dirigente scolastico Antonio Iaconianni e neanche quello dell’Assessorato all’Istruzione e Cultura della Regione Calabria che si sono avvalsi del patrocinio del Consiglio Regionale della Calabria e dall’Associazione Humanismus Heute.
Il Certamen Telesianum è un evento dalla lunga tradizione che, organizzato in tandem con l’Amministrazione Comunale di Cosenza, ha inteso sensibilizzare gli studenti a cogliere gli insegnamenti ancora attuali che i classici testimoniano, sino a fondere l’humanitas degli antichi alla consapevolezza critica dell’oggi.
Docente referente del Certamen Telesianum Internazionale 2019 è stata la prof.ssa Titti Mastrangelo, la quale, a riguardo, ha dichiarato: «Il Certamen Telesianum Internazionale 2019 è stato organizzato con lo scopo di ampliare i confini della gara di traduzione da una realtà locale e nazionale ad una dimensione Europea. Lo scenario internazionale vuole sottolineare il valore della cultura quale imprescindibile interazione tra i popoli».
«Obiettivo principale del Certamen – ha continuato la Docente – è quello di porre la ricchezza culturale della classicità a disposizione delle giovani generazioni per la costruzione di una coscienza civile consapevole e sensibile ai temi della contemporaneità. La scuola – ha concluso – è chiamata a svolgere un ruolo attivo, oltre che formativo, di integrazione sociale e mediazione culturale. In tale contesto la cultura classica interagisce con i saperi, le competenze e le prospettive della modernità esplicitando, così, la sua vocazione civile».
«La messa in scena di quest’anno – ha precisato il regista Lombardo – ha visto l’innesto tra mito e tragedia dove, l’inizio prevedeva il vissuto di ognuno di noi in una gabbia, che rappresenta il proprio mondo, quel piccolo mondo inglobato successivamente da un mondo più grande, ma quel piccolo mondo che si pensa essere per sempre sparito, torna e diventa il rifugio di ogni essere umano».
«Una chiusura ad anello – ha ricordato Lombardo – che ha permesso a Medea di contenere tutte le dimensioni delle passioni, offrire la possibilità di toccare gli estremi, ed essere una donna avvolta da una dimensione perturbante, che vive una condizione di isolamento e sofferenza. Medea mostra di essere donna contemporanea in ogni senso, la rabbia, le frustrazioni ed il linguaggio che utilizza appartengono alla nostra contemporaneità».