Un gruppo di studentesse universitarie ha lanciato sui social una battaglia contro l’evento
Su Instagram è partito un tam tam di storie in cui le ragazze della Facoltà di Storia dell’Arte lamentano la riduzione dell’importante ricerca della pittrice seicentesca alla drammatica vicenda della violenza sessuale subìta da parte di un collega pittore, Agostino Tassi.
«Questa mostra non racconta la costruzione della poetica di un’artista, ma è tutto ridotto alla cronaca di uno stupro» dichiarano alcune delle contestatrici. La mostra del titolo Artemisia Gentileschi. Coraggio e Passione, resterà aperta sino al prossimo 1 Aprile ed è stata inaugurata dal Sottosegretario di Stato Vittorio Sgarbi.
La Fondazione di Palazzo Ducale, attraverso il suo Presidente Beppe Costa, invita le giovani studiose ad un confronto: «Siamo pronti a incontrarle e a raccogliere queste istanze, è nostro dovere farlo, specie su tematiche così importanti – dichiara Costa – abbiamo bisogno del dialogo diretto e di un confronto costruttivo».
«Palazzo Ducale è da sempre attento alla difesa dei diritti e alla lotta contro la violenza sulle donne – ha, inoltre, aggiunto il Presidente della Fondazione – ed il messaggio della mostra riteniamo sia coerente con questo, ma se qualcuno si sente colpito da alcune scelte è necessario parlarne».
Ha colpito le universitarie la scelta di esporre, nella stessa Sala, i quadri di Artemisia e di Tassi, vittima e aguzzino. «Nel video introduttivo alla mostra – aggiungono, infine, le studentesse – si dice esplicitamente che grazie alla vicenda dello stupro e al processo che ne seguì, la fama di Artemisia crebbe. Ma come si può avvalorare una tesi simile?».