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Quasi un terzo dei nuclei con un figlio non può andare in vacanza

I dati pubblicati da Openpolis qualche giorno fa, segnalano che circa il 30% delle famiglie italiane con almeno un bambino piccolo non può permettersi neppure una settimana di vacanza fuori casa, all’anno. Una percentuale certo molto più bassa di quella riscontrata negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, quando era solo il 30% della popolazione ad andare in vacanza.
Ma si tratta pur sempre di una percentuale significativa, che aumenta con l’aumentare del numero dei figli, toccando il 45,7% delle famiglie con 3 o più figli a carico, dove più alta è l’incidenza della povertà assoluta. La situazione delle famiglie con figli minorenni, non riguarda solo famiglie in cui tutti gli adulti sono disoccupati, ma anche un 13% di famiglie di lavoratori dipendenti, per lo più operai e assimilati.
Famiglie in cui spesso c’è solo un reddito modesto e talvolta anche precario. I bambini di queste famiglie talvolta non possono permettersi di acquistare tutto ciò che è necessario, ad esempio, per la Scuola. Ma quando ci sono le vacanze non hanno la possibilità di allargare i confini dello spazio noto, di vivere, anche se solo per un tempo breve, una quotidianità diversa.
È ora di ripensare all’organizzazione delle vacanze, non nella durata complessiva, ma nella loro scansione temporale, come avviene in molti altri Paesi. Allo stesso tempo occorre un’attenzione maggiore per quei bambini che durante le vacanze non solo perdono eventuali servizi di cui fruiscono durante l’anno, ma che, a differenza dei coetanei più fortunati, sperimentano le vacanze come assenza, invece che come tempo ricco di esperienze.