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La leader dell’ambientalismo parla ai politici riuniti a Baku

«La Crisi climatica è una crisi esistenziale – ha dichiarato l’ambientalista svedese -. Il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato, e in questo esatto momento un’altra Cop si sta tenendo in un petrostato autoritario». Ma se anche lo avesse voluto, Greta Thunberg non avrebbe potuto raggiungere Baku, dove i leader mondiali stanno partecipando al più importante evento annuale di diplomazia climatica.
I confini terrestri dell’Azerbaijan, chiusi dalla pandemia di Coronavirus, non hanno mai più riaperto per non meglio specificate ragioni di sicurezza e lei, notoriamente, si rifiuta di viaggiare in Aereo. Allora ha deciso di portare la sua protesta nella vicina Georgia. Insieme ad attivisti georgiani, azeri e armeni, si è resa protagonista ieri di un Sit-in in Piazza della Libertà.
Per Greta, che non si separa più dalla kefiah in solidarietà con il popolo palestinese, giustizia sociale e giustizia climatica sono intrinsecamente collegati: «È necessario fare pressione sui Paesi affinché sanzionino l’Azerbaijan e fermino l’importazione di combustibili fossili azeri» ha dichiarato ai giornalisti. Ricordiamo, infine, che la Conferenza sul Clima, si sta svolgendo in un Paese le cui esportazioni sono rappresentate per il 90% da gas e petrolio.