Il patron di Tesla ha ritrattato: «Parlavo da privato cittadino»

È il giorno della frenata diplomatica, forse obbligata. Chissà quanto duratura. È il frutto della telefonata tra Giorgia Meloni ed Elon Musk, che risale a Mercoledì scorso. Ed è figlia dell’intervento di Sergio Mattarella, che ha sempre garantito un’Alleanza solida con gli Stati Uniti e che però non ha esitato stavolta a bacchettare il multimiliardario per l’ingerenza a danno della Magistratura italiana.
Sedare le polemiche, tra l’altro, era l’obiettivo obbligato di Giorgia Meloni. La premier, infatti, in imbarazzo per l’entrata a gamba tesa del futuro esponente dell’Amministrazione Trump contro la Magistratura italiana, è impegnata da alcuni giorni a fermare lo scontro. Mercoledì scorso, si apprende da fonti vicine al cerchio magico meloniano, dopo aver chiamato Musk avrebbe contattato anche Sergio Mattarella, nonostante la ‘battaglia’ delle ultime settimane.
Meloni non può permettere che il fondatore di Tesla attacchi da Washington i Giudici italiani, ma continua a considerare l’Imprenditore un ponte obbligato per conquistare Trump. L’alternativa è finire stritolata dalla guerra commerciale promessa dal tycoon, vista l’esposizione dell’export italiano verso gli Stati Uniti. Forse anche in questa chiave va letta l’indiscrezione iniziata a circolare nelle ultime ore, ossia che la premier starebbe pensando di invitare nuovamente Musk ad Atreju, a metà Dicembre.