Fino all’11 Aprile al Museo Novecento Firenze è possibile visitare la mostra Monte Verità. Back to nature, dedicata alla celebre collina dell’utopia, ai suoi fondatori e agli ospiti illustri che videro nei suoi spazi sospesi nel tempo un buen retiro lontano dal dramma delle guerre e anche dallo scontro ideologico tra capitalismo e comunismo che stava attraversando l’Europa

Il progetto ripercorre l’esperienza centenaria di Monte Verità che intreccia destini di intellettuali e maestri del ‘900. Culla di un’esistenza impostata su ritmi primigeni, divenne laboratorio di una nuova cultura, una contro-cultura nata in risposta al conformismo borghese e al pensiero dominante, che attrasse pensatori e anarchici, filosofi, teosofi, letterati, artisti e architetti da ogni Paese.
Tutti insieme, accolti in una terra baciata dal sole, aderirono al modello di vita comunitaria promosso dal movimento tedesco della Lebensreform (riforma della vita). Il progetto ripercorre un percorso che mette in evidenza il curatore Harald Szeemann che, affascinato dalla storia del luogo, gli dedicò nel 1978 una mostra itinerante dal titolo emblematico.
L’iniziativa riuscì ad attrarre pensatori, filosofi, teosofi, letterati, artisti e architetti: dall’anarchico Bakunin al coreografo ungherese Rudolf von Laban, dal teorico anarco-comunista Pëtr Kropotkin al dadaista Hugo Ball, dalla danzatrice Isadora Duncan al grande scrittore Hermann Hesse; e, ancora, dall’architetto del Bauhaus Walter Gropius agli artisti Hans Arp, Paul Klee e Carl Gustav Jung.