L’immagine di stamane impressa nei nostri occhi è quella del passo solitario del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella mentre sale i gradini dell’Altare della Patria per onorare la memoria dei soldati italiani caduti durante la Seconda guerra mondiale.

Un conflitto e un ricordo ancora indelebile, a 75 anni di distanza, da quegli avvenimenti che sconvolsero il Paese, ma che aprirono uno squarcio di speranza per il futuro dell’Italia. Un 25 Aprile comunque diverso da tutti gli altri, con una celebrazione ridotta ai minimi termini, ma sempre contrassegnata dalla corona d’alloro deposta sulla tomba del Milite Ignoto.

«La Resistenza e la fine della follia nazifascista rappresentano una riserva etica, di straordinario valore civile e istituzionale – ha ricordato ieri il Presidente nel messaggio rivolto alla Nazione – che oggi, ancora una volta, deve fornire al Paese quella potente energia comune per affrontare insieme la fase di rilancio».

E’ ovvio che in questo momento, al di là dell’importante commemorazione, il pensiero di milioni di cittadini è rivolto, soprattutto, ad un presente terribilmente difficile a causa di una pandemia che oltre a mettere in ginocchio l’economia mondiale, continua tuttora a provocare la perdita di migliaia di vite umane, specie fra quella generazione che ha ricostruito il Paese dopo aver strenuamente combattuto per la riconquista della libertà.