Al telefono con Putin per chiudere la guerra in Ucraina
È possibile che la giornata di ieri passi alla storia. Che cambi il paradigma del mondo basato sulle regole condivise, come lo conoscevamo dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e di quella Fredda. Resta da vedere se la telefonata di un’ora e mezza avvenuta tra il Presidente americano Trump e quello russo Putin riuscirà non solo a chiudere la guerra in Ucraina, ma anche a porre le basi per una nuova stabilità internazionale.
Che le cose fossero in rapido movimento si era capito di primo mattino, quando il nuovo Capo del PentagonoHegseth aveva esordito a Bruxelles, avvertendo i colleghi Nato della svolta in arrivo. Aveva detto che per l’Ucraina tornare ai confini del 2014 è irrealistico. In altre parole, i territori occupati dalla Russia, Crimea e Donbass, non potranno essere recuperati, almeno con la forza militare.
Poi, ha spento il sogno dell’ingresso nella Nato, almeno a breve, perché «non è il punto di arrivo del piano di pace». Concetto sul quale è tornato, con la clava contro l’Europa, anche Elon Musk: «La Nato necessita di una revisione». Il Cremlino ha confermato la chiamata e Putin ha invitato Trump a Mosca. Il PortavocePeskov ha aggiunto che Putin vuole affrontare al più presto le cause profonde del conflitto.