A volte non bastano i racconti di quanti hanno visto, i libri degli storici o gli approfondimenti dei media a conservare la necessaria memoria di un evento come valore imprescindibile di ogni società
A volte serve un simbolo che rappresenti quell’evento, che ne sostanzi l’inconfutabile accadimento. Il Memoriale italiano di Auschwitz fu inaugurato nel 1980 nella città polacca di Oświęcim (Auschwitz in tedesco) per celebrare tutti gli italiani caduti nei campi di concentramento nazisti.
L’opera, realizzata con la collaborazione di numerosi artisti ed intellettuali, è costituita da una passerella lignea circondata da una spirale ad elica all’interno della quale il visitatore cammina come in un tunnel. La spirale è rivestita all’interno con una tela composta da 23 strisce dipinte da Pupino Samonà, seguendo la traccia di un testo scritto da Primo Levi, mentre dalla passerella sale la musica di Luigi Nono intitolata Ricorda cosa ti hanno fatto in Auschwitz.
Nel 2016 il Memoriale, ormai in stato di semiabbandono, è stato smontato e successivamente rimontato a Firenze. La scelta dell’8 Maggio, come data d’inaugurazione della sua nuova vita fiorentina, ricorda simbolicamente la data ufficiale della fine della Seconda Guerra Mondialein Europa.
All’ingresso del memoriale una targa riporta queste parole di Primo Levi: «Visitatore, osserva le vestigia di questo campo e medita. Da qualunque Paese tu venga, tu non sei un estraneo. Fa che il tuo viaggio non sia stato inutile, che non sia stata inutile la nostra morte. Per te e per i tuoi figli, le ceneri di Auschwitz valgano di ammonimento. Fa che il frutto orrendo dell’odio, di cui hai visto qui le tracce, non dia nuovo seme, né domani né mai».