Solo il 62% ha ascensori o montascale e spesso il personale non sa usarli
Il che vuol dire che chi è tagliato fuori, chi non è messo nelle condizioni di accedere ai luoghi della cultura, di fatto è un cittadino di Serie B. Negli ultimi anni si è fatto molto per garantire la fruizione del nostro Patrimonio storico e artistico anche alle persone con disabilità. Ma la strada verso l’inclusività totale è ancora lunga. Lo certificano, tra l’altro, gli ultimi dati Istat.
Il 68,2% di Musei e Gallerie ha i bagni a norma, mentre solo il 62,2% delle Strutture possiede rampe, scivoli o ascensori per permettere l’ingresso alle persone che usano la sedia a rotelle. Dati simili anche per le Biblioteche: solo il 65,7% ha i servizi a norma, mentre il 61% è dotato di rampe o ascensori. Quando, poi, si sposta lo sguardo su disabilità diverse da quelle motorie la situazione è meno incoraggiante.
«Rendere i Musei accessibili – dichiara Camilla Capitani Consigliera alla Cultura e al Turismo dell’Unione Ciechi e Ipovedenti di Roma – significa garantire anche ai bambini o ai ragazzi in gita scolastica di vivere la stessa esperienza dei compagni. Se non ci sono percorsi accessibili o se il Museo rimane impostato secondo il vecchio principio del ‘non toccare’, un bambino che non vede è totalmente escluso. Con tutti i risvolti psicologici negativi che si possono immaginare».