L’Assessore al Welfare e alle Politiche sociali del Comune di Cosenza Alessandra De De Rosa, ha avviato alla Cittadella del volontariato di via degli Stadi un primo tavolo tematico sulla dispersione scolastica quale sintomo delle difficoltà familiari. L’iniziativa è stata stimolata dalle assistenti sociali e dagli educatori del Settore Welfare che si occupano dei minori, delle famiglie e della povertà educative. L’incontro ha messo in luce quanto sia grande il disagio che vivono quelle famiglie che non possono assicurare un percorso continuo e continuativo ai loro figli e quali sono le ragioni per le quali i ragazzi, soprattutto dal secondo anno di scuola secondaria, abbandonano la Scuola. Tra le cause, c’è sicuramente la povertà sociale e culturale che in alcuni ambienti la fa da padrona e stimola fortemente questa scelta. E’ pur vero, però, che il Comune ed in particolar modo il Settore Welfare sta compiendo diversi passi nella direzione di attenzionare e tenere sotto il dovuto controllo questo fenomeno.
Alla riunione svoltasi alla Cittadella del Volontariato ha partecipato professionisti autorevoli nel Settore dell’Educazione, dell’Istruzione e delle Politiche sociali. Da tutti è stato colto il grido d’allarme per pianificare e procedere con la migliore politica di inclusione che il Comune di Cosenza è in grado di mettere in atto. «Nelle nostre intenzioni – ha sottolineato l’Assessore De Rosa – c’è, come punto essenziale di questo percorso, lo sviluppo di quel Welfare che sia da sprone e di ausilio alle famiglie in difficoltà per non abbandonarle e supportarle, invece, non solo con i buoni spesa erogati dal Governo, come è accaduto nella fase drammatica dell’emergenza sanitaria, ma con un’attività educativa incentrata sul superamento dei disagi sociali e culturali».
Nel corso dell’incontro del tavolo tematico sulla dispersione scolastica è emerso, tuttavia, l’urgente bisogno di predisporre e dar corso a dei censimenti, attraverso i quali studiare il fenomeno e calibrare le capacità di intervento dell’azione politica per frenarne gli effetti. Evidenziata anche l’importanza di costruire una rete fra tutti i soggetti che, a vario titolo, possono diventare attori di questo percorso comune. L’iniziativa ha registrato, inoltre, gli interventi di esperti, professionisti e dirigenti scolastici. Parte dell’incontro, infine, è stata dedicata anche all’analisi dello strumento della didattica a distanza. Si è convenuto che non può essere sostitutiva della didattica in presenza, ma solo integrativa lì dove necessario, perché i ragazzi hanno bisogno di prossimità, di rapporti sociali, di essere e sentirsi presenti e attivi della loro costruzione educativa e formativa.