C’è un appartamento la cui porta è sempre aperta. A varcarla sono intellettuali, cantanti, giornalisti, ma anche semplici curiosi. Sono tutti lì per lei, Alda: 70 anni, unghie smaltate, sigaretta sempre accesa, un caos in cui si trova a suo agio. Ma cosa la rende così speciale? La sua poesia, certo, ma anche la sua vita senza mezze misure che lei stessa, con ironia e sagacia, racconta ad un giovane intellettuale, Arnoldo.
«Alda, questa è per te» dirà, un giorno, lo psichiatra Enzo Gabrici, consegnandole una macchina da scrivere all’uscita del Manicomio. «È la miglior terapia che posso prescriverti» aggiungerà subito dopo. Il percorso umano e artistico della poetessa dei Navigli, scomparsa nel 2009, rivive adesso nel film TVFolle d’amore, diretto da Roberto Faenza.
Morante, che la interpreta nell’età matura, dove tra l’altro ha cercato l’essenza, afferma: «All’inizio avevo un po’ paura perché non solo è un personaggio reale, ma è anche una persona che tutti ricordano». Il film, oltretutto, coincide con una ricorrenza importante. Si celebra, infatti, il centenario della nascita di Franco Basaglia, grazie al quale la chiusura dei Manicomi ha permesso a tante persone di esprimere la propria personalità.
«Alda è un personaggio che vive ancora nel cuore della gente – ha, infine, dichiarato Faenza – soprattutto dei giovani, tanti quelli interessati a lei, come se fosse un faro che li guidasse. È sempre stata dipinta come una donna malata, mentre invece era una donna piena di estro. Ha solo avuto la sfortuna, da ragazzina, di essere presa per matta, eppure non lo era».