Antonio Meucci o Alexander Graham Bell, chi ha inventato il telefono? Se ci state leggendo dal vostro smartphone sappiate che, dietro l’invenzione che ha cambiato la vita di tutti noi, c’è un intrigo storico che tuttora avvince.
Il primo brevetto del telefono elettrico, datato 1876, riporta ufficialmente il nome di Bell, ma la storia ormai accreditata racconta una vicenda moralmente e nei fatti ben diversa.
Nel 1871, infatti, Meucci consegnò all’Ufficio Brevetti di Washington una domanda dove descriveva la sua invenzione, con tanto di disegni progettuali, in attesa di trovare i soldi, 250 $, per brevettarla ufficialmente.
Ma quel momento di difficoltà economica dette a Bell, che intanto aveva saputo dell’invenzione, l’occasione di registrarla a proprio nome.
Antonio ebbe poi una vita avventurosa, che lo portò dalla natia Via de’ Serragli e dal lavoro di scenografo al Teatro della Pergola, prima a Cuba (1835) e poi a New York (1850), dove, attraverso vicende dalle alterne fortune, fondò una Fabbrica di candele.
Amico personale di Garibaldi, con il quale condivideva gli ideali politici, ebbe modo di ospitarlo, per oltre un anno, proprio nel periodo in cui ‘l’eroe dei due mondi‘ maturava i propositi sull’unità d’Italia.
Negli USA Meucci dette, intanto, sfogo a tutta la sua verve creativa, realizzando brevetti ancora oggi importanti. Morì, infine, a New York (1889) in assoluta povertà e nella speranza del riconoscimento della paternità del telefono.
Combatté strenuamente fino agli ultimi istanti della sua vita per ottenere questo risultato. E’ accaduto, però, oltre un secolo dopo la sua morte, che il Congresso degli Stati Uniti d’America, nel 2002, ha finalmente riconosciuto il ruolo effettivo di Meucci nell’invenzione del telefono.