Il Ministro della Cultura potrà prelevare dagli incassi di monumenti e Teatri per finanziare le sue iniziative
Le mani di Gennaro Sangiuliano sugli incassi di monumenti e Teatri. È questa l’ultima trovata del Ministro infilata nella manovra di Bilancio. Non sapendo dove trovare i soldi per finanziare le sue iniziative, l’inquilino del Collegio Romano ha pensato bene di assegnarsi il potere di prelevare, a totale discrezione, parte degli introiti derivanti da mostre, spettacoli musicali e ogni altro evento che a migliaia si svolgono ogni anno nei Musei e negli stabili più importanti d’Italia.
Recita, infatti, il comma 6 dell’articolo 64: «Il Ministro della Cultura può disporre con propri Decreti che una quota dei proventi conseguiti in occasione di concerti, mostre, manifestazioni culturali e altri eventi, sia versata nelle Casse dello Stato e riassegnata al Ministero per essere destinata alla tutela e valorizzazione dei Beni e delle Attività culturali».
In sostanza Sangiuliano può imporre, senza dar conto a nessuno, un prelievo forzoso sui guadagni supplementari delle massime Istituzioni culturali del Paese, fin qui utilizzati per restauri e implementazione della propria offerta, per spostarli su strutture e progetti a lui più cari. Paradossalmente se volesse finanziare la sagra della salsiccia o una kermesse a suo piacimento, potrebbe farlo senza che si possa obiettare alcunché.
Per il Ministero, tuttavia, si tratta di una lettura «distorta». La norma, puntualizza, «corrisponde a una precisa scelta politica di razionale ed equa ripartizione delle risorse destinate al sostegno alla Cultura nazionale diretta, tra l’altro, a una logica di solidarietà in base alla quale le Istituzioni di maggior successo possono concorrere alla promozione di quelle periferiche o di nicchia. La discrezionalità delle decisioni – prosegue, infine, l’Ufficio Stampa – è prevista dalle regole della Pubblica Amministrazione e non può corrispondere mai ad un abuso».