L’anno nero di Marine che per prendere l’Eliseo ha ripudiato anche il Padre

È una Marine Le Pen furente quella entrata ieri sera nelle case dei francesi, per commentare la condanna del Tribunale di Parigi sul caso dei Fondi europei. 4 anni di reclusione, 2 dei quali da scontare con il braccialetto elettronico (non andrà in prigione) e una multa di 100 mila euro, che in termini politici significa impossibilità di candidarsi alle Elezioni Presidenziali del 2027.
«Sono innocente – ha dichiarato parlando direttamente ai milioni di francesi -. Sono 30 anni che mi batto contro le ingiustizie e lo farò fino alla fine. Presenterò ricorso il più velocemente possibile». Tutto era iniziato intorno a mezzogiorno di ieri, quando la Presidente del Tribunale Bénédicte de Perthuis, aveva iniziato a pronunciare l’attesa Sentenza.
Le Pen è la condannata più nota di un procedimento durato alcuni mesi come conclusione di un’indagine partita nel 2015 per utilizzo improprio di Fondi europei. È stata dichiarata colpevole, insieme ad altri 8 Eurodeputati, di appropriazione indebita di denaro pubblico. Una frode stimata intorno ai 2,9 milioni di euro.
«Non ho intenzione di ritirarmi dalla vita politica» ha, infine, ribadito la Le Pen, anche se la possibilità che i tempi le consentano di correre per il ruolo di Presidente, è praticamente nullo. Intanto, la macchina del fango sulla Magistratura, colpevole di ostacolare il suo cammino verso l’Eliseo, è già partita.