L’Enoturismo, a causa della pandemia, è chiamato ad innovarsi e arricchirsi per soddisfare le nuove esigenze dei turisti. Può e deve diventare un viaggio capace sempre più di abbinare alla passione per il vino, la volontà di conoscere luoghi e persone, approfondendone storia e tradizioni in contesti ambientali di pregio

Cresce, infatti, la propensione a recarsi in più Cantine da parte di turisti che viaggiano per Enoturismo. Emerge un dato significativo fra chi ha svolto di recente esperienze enoturistiche nei viaggi compiuti in giro per l’Italia, ossia il desiderio di visitare molte più Cantine rispetto al passato. E se la scoperta e la degustazione delle produzioni vinicole locali, sebbene sia centrale nell’Enoturismo, non è più l’unica ragione del viaggio.

Il valore culturale che il vino possiede, rappresentato da un mix unico fra prodotto, territorio e persone, affascina ed attrae sempre più. Ecco allora che la scelta non ricade solo sulle Aziende più rinomate, ma si allarga andando ad includere le piccole realtà. Alla dimensione culturale si aggiunge, dunque, anche quella del benessere, grazie all’amenità dei luoghi e alla dimensione salutare di tipo, appunto, enogastronomico.

L’acquisto di vini, la degustazione e l’assaggio di piatti ricercati in abbinamento alle produzioni delle Aziende, sono oggi le proposte più gradite per il futuro del Settore. Ciò denota un chiaro desiderio di vivere e sperimentare la Cantina attraverso modalità nuove, più coinvolgenti, e che permettano un arricchimento personale come, ad esempio, fare degustazioni al tramonto, cenare nei vigneti, avere l’opportunità di conoscere in modo più approfondito i processi di produzione e la storia dell’Azienda.