In Italia pesano i costi del vitto e degli alloggi nelle località turistiche
C’è una figura mitologica in dissolvenza sull’orizzonte delle spiagge italiane: il bagnino. Quella del guardaspiaggia con i bicipiti in tiro che svetta su tutti dall’alto della sua torretta, non è più una professione appetibile. Non nel mondo di oggi. Un tempo ne bastava uno ogni 600metri, oggi le nuove regole ne impongono uno ogni 180.
«Ne mancano circa 4 mila in tutta Italia – stima Roberto Dal Cin, jesolano, Presidente di Confapi Turismo -. Una volta ai bagnini garantivano vitto e alloggio, ora non più. Abbiamo a che fare con generazioni diverse e io credo abbia inciso anche il reddito di cittadinanza».
Radiografia spiccia di un problema diffuso a tutte le latitudini, esploso nella sua gravità in questi ultimi anni. E quindi c’è chi ce la mette tutta per superare la crisi, con trovate un tempo impensabili. Gli operatori del sistema dicono che lo stipendio del bagnino è lo stesso di sempre: 1.400-1.500 euro al mese, per 8 ore al giorno, 4 la mattina e 4il pomeriggio.
Il vero cambiamento è la scomparsa del benefit dell’alloggio, principalmente per la crescita esponenziale dei prezzi degli affitti nelle località turistiche. Se un tempo poteva esserci una sostenibilità economica nel garantire a questa categoria professionale un posto in cui dormire e un budget per pranzi e cene, oggi invece non è più così.