Perché esploriamo lo spazio? Perché le Agenzie Spazialidi tutto il mondo investono ogni anno ingenti quantità di denaro pubblico per progettare, costruire e lanciare sofisticatissime sonde spaziali? Se ne parlerà a CosenzaGiovedì 24 Marzoalle ore 17:00 presso Villa Rendano
Possiamo dare innumerevoli risposte a questa domanda: abbiamo necessità di inviare i nostri satelliti in orbita per monitorare la terra dallo spazio, per studiare il clima, ad esempio; sfruttiamo lo spazio per le telecomunicazioni satellitari, le trasmissioni televisive e per i sistemi di orientamento (GPS); addirittura, andiamo nello spazio per migliorare la nostra vita sulla terra, in quanto è proprio lassù, potrebbero nascere, dalla sperimentazione in microgravità, nuove idee, nuovi strumenti e molecole per una medicina sempre più precisa ed efficace.
Si potrebbe allungare di molto questa lista, ma, in realtà, la vera risposta a quelle domande, la risposta che ognuno di noi in fondo sente nel piccolo dei propri pensieri è un’altra. Un bimbo di terza elementare a cui è stato chiesto: «Perché, secondo te, esploriamo il Sistema Solare?» La sua risposta è stata: «Perché vogliamo capire come funziona!».
Ecco, è questo il motivo principale per cui esploriamo lo spazio: la curiosità, la voglia di conoscere che è intrinseca nell’essere umano, l’Ulisse che è in ognuno di noi e che è sempre alla ricerca di nuove domande a cui dare risposta. Si sta per aprire una nuova era dell’esplorazione spaziale, che vedrà il ritorno, dopo più di 50 anni, delle missioni con equipaggio.
La Global Exploration Roadmap, l’ambizioso programma spaziale internazionale promosso dall’Agenzia americana NASA, infatti, prevede il ritorno dell’uomo sulla Luna e la conquista di Marteentro il 2040 e l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) gioca un ruolo di primo piano nella definizione dei nuovi progetti spaziali internazionali.
L’Università della Calabria è in prima linea su queste sfide affascinanti. L’Unical, infatti, partecipa attivamente alla progettazione del futuro programma spaziale europeo, denominato VOYAGE 2050, e i sui ricercatori hanno contribuito e contribuiscono direttamente a sviluppare la tecnologia che è alla base del programma Artemis, guidato della NASA, che ha l’obiettivo di portare il prossimo uomo e la prima donna sulla luna entro il 2024.
Nel seminario svolto dai docenti Francesco Valenti e Alfredo Garro verrà data una panoramica sul ruolo scientifico ed economico delle esplorazioni spaziali robotiche e con equipaggio, mettendo in evidenza le attività scientifiche che i gruppi di ricerca dell’Università calabrese, svolgono in ambito internazionale. Inoltre, verranno discussi i dettagli dei prossimi viaggi interplanetari verso la Luna e Marte.