I leader dell’Unione e delle democrazieliberali di mezzo mondo si sono riuniti ieri a Kiev con un messaggio per Donald Trump. Non possono esserci scorciatoie a danno degli ucraini per mantenere la sua promessa di chiudere la guerra in pochi giorni. È un’immagine potente, ma non sono solo simboli e parole. Non è la solita solidarietà del 24 Febbraio, giorno dell’Anniversario del Conflitto.
Quando per celebrare l’Anniversario dell’invasione c’è sempre stata l’effimera processione delle ricorrenze. Stavoltavno. Il momento è drammatico, le picconate di Trump sgretolano Kiev, mavanche l’Europa, con le sue politiche macchinose, lente e disunite. Stavolta ci sono i soldi per Kiev e le sanzioni per Mosca, i simboli e le promesse. C’è la fermezza verso Putin e ci sono le aperture per Washington.
C’è l’Europa, ma ci sono anche le democrazie liberali di mezzo mondo.
La prima ad arrivare è stata la Presidente della Commissione EuropeaUrsula Von der Leyen. Ci sono, tra l’altro, i soliti amici di sempre dell’Ucraina. C’è anche il primo Ministro canadese Justin Trudeau, che a latere del summt ha convocato un Vertice del G7 di cui ha la presidenza di turno. Partecipa da Kiev, con Trump in collegamento, Zelensky. Con il Presidente americano si parlano brevemente e i contenuti restano riservati, ma Trump dirà comunque che si vedranno di persona.