Una netta scelta di campo voluta dal Governo Meloni

Si seglie di dare il sostegno alla linea conservatrice dei Paesi governati dalla destra sovranista e polemici nei confronti della politica dei diritti promossa dall’Unione Europea. Nella Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia, quella in cui il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha ricordato che anche l’Italia «non è immune da episodi di omotransfobia», il Governo Meloni non firma la Dichiarazione per la promozione delle politiche europee a favore delle omunità LGBTQ+.
L’Italia, dunque, è l’unico grande Paese dell’Unione Europea a mettersi di traverso rispetto alla posizione del resto del Continente. E pensare che poco prima di questa decisione, che rientra nella strategia meloniana da partito custode dei valori tradizionali, la propaganda guidata dalla premier aveva diffuso sul profilo Instagram di Atreju la foto di una bandiera arcobaleno con questo slogan: «Non importa il tuo orientamento sessuale. L’8 e il 9 Giugno scrivi Giorgia».

Una contraddizione plateale che nasce dalla necessità di Meloni di rassicurare l’elettorato di destra. La giustificazione per non aver votato come il resto dei grandi Paesi europei è un’arrampicata dialettica: «L’Italia non ha aderito alla dichiarazione perché era in realtà sbilanciata sull’identità di genere, quindi fondamentalmente il contenuto della Legge Zan» fanno, intanto, trapelare dal Ministero della Famiglia, guidato da Eugenia Maria Roccella.