Il Pil cresce, ma le retribuzioni no. E quindi l’Italia, riesce a recuperare il livello di produzione pre-Covid e anche quello precedente alla crisi del 2008, ma il potere d’acquisto dei salari in 10 anni, crolla del 4,5%. Complice l’inflazione, che stritola soprattutto le famiglie meno abbienti e la povertà non risparmia neanche i lavoratori.
Tra i 5,7 milioni di poveri rilevati nel 2023, il 9,8% della popolazione c’è anche l’8,2% dei lavoratori dipendenti e il 14,6% degli operai. Il salario, dunque, che secondo la Costituzione dovrebbe garantire al lavoratore e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa, non riesce più a garantire a molti la mera sopravvivenza.
La crescita taglia fuori intere Aree del Paese. Sono soprattutto donne, giovani e persone con basso titolo di studio ad essere penalizzati, prevalentemente residenti nel Mezzogiorno. Una situazione che nel tempo è peggiorata con 8punti percentuali in più rispetto al 2022. Secondo il Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi: «Nel Paese gli stipendi sono troppo bassi, per cui non garantiscono più una vita dignitosa».