Anche nel giorno della Liberazione l’Italia resta sempre prigioniera del virus, benché il Paese speri che già dal prossimo 4 Maggio qualcosa cominci a cambiare. La nostra resistenza, dunque, continuerà ancora nelle prossime settimane, almeno fin quando l’esercito della scienza non avrà scoperto l’arma letale in grado di distruggere il cosiddetto “nemico invisibile”.
Tuttavia, il più efficace apparato difensivo continua ad essere la barriera dei nostri anticorpi contenuti nel sistema immunitario. Generalmente l’aria che respiriamo, gli oggetti che tocchiamo, il cibo che ingeriamo, sono pieni di virus e batteri nocivi. L’organismo, con le sue complesse articolazioni, è progettato appunto per individuarli, analizzarli e in base alle caratteristiche rilevate, colpirli e neutralizzarli.
Godiamo, quindi, di un marchingegno straordinario, ma non sembriamo per questo essere diventati una macchina infallibile. Tant’è che spesso siamo costretti a fare i conti con una particolare vulnerabilità. Infatti, le nostre sentinelle, specie se l’organismo è già debilitato, atterriscono a tal punto da battere in ritirata allorquando si trovano dinanzi ad un nemico così insidioso ed oscuro, da scatenare il più delle volte una reazione anomala quanto nociva.
Ma la battaglia prosegue senza sosta e non possiamo, in una giornata così densa di significato, dimenticare quanti restano tuttora schierati in trincea: medici, infermieri, virologi, ricercatori. Coloro che da diverse postazioni, tutti i giorni, combattono in prima linea rischiando spesso la vita. Dopotutto, non importa se sembra inopportunamente retorico sostenere che saranno comunque loro, con il coraggio e la determinazione che li contraddistingue, a condurci, ancora una volta, alla conquista di un nuovo 25 Aprile, per un’altra liberazione.