Tutto ebbe inizio nel 1840, quando una nave che trasportava bottiglie di Champagne Veuve Clicquot affondò a sud dell’Arcipelago delle Isole Åland, fra Svezia e Finlandia

Nel 2010, in seguito al ritrovamento di quelle bottiglie, la Maison Veuve Clicquot, una delle più note e prestigiose griffe dello Champagne, ha dato vita ad un ambizioso esperimento enologico con l’obiettivo di scoprire di più sulle opportunità fornite dalla natura, esponendo dei lotti di bottiglie identiche a condizioni di conservazione diverse.
Il primo lotto è stato collocato nelle cantine della Maison, mentre un secondo è stato immerso nel Mar Baltico, a 40 metri di profondità, dove quest’ultimo ambiente è risultato eccezionale per l’invecchiamento. Si tratta, tuttavia, di grandi e piccole Aziende che, fra storia, sperimentazione e storytelling, si cimentano nell’affinamento dei propri vini sotto il livello del mare.
Quello di Veuve Clicquot è, comunque, solo l’ultimo esempio di una tendenza che vede sempre più numerose Cantine, sia italiane che internazionali, sperimentare l’evoluzione dei vini in mare, un esperimento scientifico che riporta indietro nel tempo, alle imprese enologiche degli antichi greci.