C’è tutta la Cosenza che fu negli scatti fotografici d’antan della fortunata serie inaugurata diversi anni fa dall’editore Pellegrini
La formula è quella già ampiamente collaudata nei primi due volumi e che si serve di un processo di ‘auto alimentazione‘ scaturito dai conferimenti fotografici spontanei dei cosentini che hanno fatto, nel corso degli anni, pervenire all’autore gli scatti che ritraggono i loro genitori, i nonni, i compagni di scuola, le gite fuori porta, in un tentativo estremo di fermare il tempo e di fissare nelle immagini episodi di vita vissuta carichi di significati.
Un almanacco che ha sì il sapore della nostalgia, ma che sprigiona il ricordo di un’epoca che non tornerà più e che è bene resti a futura memoria. Esigenza questa, racchiusa nell’avvertenza iniziale dello stesso Rino Amato che, rivela il suo amore per la fotografia: «Amo le fotografie perché restano come sono, anche se le cose cambiano» ha, intanto, dichiarato l’autore.
Rino Amato ha, infatti, voluto donare nei giorni scorsi al Sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, una copia dei due volumi che compongono il terzo atto, un dono che il primo cittadino ha molto apprezzato e che ha sfogliato con notevole interesse. Senza avere la pretesa dello storico o dell’antropologo, Amato compone, dunque, un puzzle di microstorie che racchiudono innegabilmente un pezzo importante della storia della città.