8 Aprile 1492, muore Lorenzo de’ Medicidetto il Magnifico
Partiamo dalla fine: Lorenzo morì nel 1492, l’anno della scoperta dell’America e dell’apertura del vecchio mondo verso la conoscenza e le prospettive di un mondo nuovo.
In un’epoca di grandi occasioni e mutamenti a livello mondiale, il Magnificofu il prototipo di un nuovo Signore, un uomo capace di incarnare un profondo spirito innovatore, portatore di un nuovo modo di gestire il potere e di fare politica, ma soprattutto di proporre il nuovo ideale del principe umanista.
Fu forse l’uomo politico più significativo dell’intero Rinascimento, realizzando nei suoi 23 anni di reggenza un periodo di grande stabilità che si caratterizzò in una stagione di rapporti pacifici fra i vari Stati e città italiani, più impegnati nel buon Governo dei propri territori che nei tentativi bellicosi.
Fu a ragione considerato l’ago della bilancia della politica italiana e uomo di grande peso anche in quella internazionale, stimato dai Sovrani europei come un loro pari. Grande intellettuale e inesauribile mecenate portò Firenze a considerarsi una sorta di Capitale d’Europa, un punto di riferimento ideale cui tendere per tutte le altre città.
Con la sua morte finì un’epoca. L’inettitudine del figlio Piero spinse Firenze verso la rovente predicazione di Savonarola e quella breve parentesi di Repubblica che tentò, sebbene in modo forse furente, una restaurazione morale dei costumi e del Governo. Il vuoto lasciato dal Magnifico si ripercosse anche sull’intera penisola che precipitò nel periodo delle cosiddette guerre d’Italia.
Ci piace ricordarlo circondato da quelle grandi personalità che gli furono amiche e consigliere come Marsilio Ficino, Agnolo Poliziano, Pico della Mirandola e mentre declama i versi della sua canzone di Bacco: «Quant’è bella giovinezza, Che si fugge tuttavia! Chi vuol esser lieto, sia; di doman non v’è certezza…».