Nel mentre il Paese prova a rialzarsi da un terribile shock, le cassandre mediatiche continuano imperterrite con il loro angosciante vaticinio: «Ad Ottobre il virus tornerà». Sono queste, infatti, le parole “profetiche” di alcuni personaggi ormai avvezzi alle comparsate televisive giacché sempre in cerca di una remuneratissima popolarità.

Quasi come se avessero la sfera di cristallo fra le mani, continuano a dispensare convincimenti in merito alla vita del Covid-19 sulla faccia della terra. Dopotutto si sa, che alla fine del lockdown, sarebbe iniziato il cosiddetto periodo di convivenza con il virus, ma se il richiamo alla prudenza dei nostri comportamenti per taluni, giustamente, non è mai abbastanza, sarebbe ancor più ragionevole evitare previsioni al quanto allarmistiche ed azzardate.

La cautela, oltretutto, non è solo nel fare o meno una determinata cosa come, ad esempio, scongiurare abbracci o mantenere le distanze, ma anche nell’esprimere un concetto, specie quando questo non è suffragato da certezze solide e dimostrabili, a meno che non si resti imbrigliati nelle logiche perverse dell’audence.

In fondo è vero, anche qualche autorevole virologo (categoria divenuta decisamente popolare), si è affrettato di recente a sostenere la tesi di un autunno a rischio per la presenza di nuovi focolai e zone rosse. Questa volta, però, ci sarebbe almeno il tempo di prepararsi al meglio, soprattutto nello sperimentare cure e farmaci. Tuttavia, si spera in un’estate molto calda «perché questo potrà in parte aiutare a ridurre la circolazione del virus», ha ricordato intanto uno dei tanti esperti di successo.