All’eta di 94 anni si è spento la sera di Santo Stefano
Era nato nel 1930 a Siderno, in Calabria ed è morto nella sua casa romana la sera di Santo Stefano. Ci si tuffava ogni volta con disinvoltura, dove ha conosciuto da vicino molti dei suoi autori, dopo averli frequentati, interrogati e in qualche caso perfino sostenuti e incoraggiati. Uno spirito sostanzialmente Antiaccademico.
Ai realisti di stretta osservanza, preferiva i surrealisti. Rivendica come suo tratto distintivo l’umorismo, sulla base del principio che «è serio solo ciò che regge alla prova del riso». Nonostante le credenziali impeccabili, era stato allievo e assistente di Giacomo Debenedetti, maestro sfuggente e oracolare che gli aveva insegnato a leggere i Classici della tarda modernità.
Era insuperabile nel dissipare la soggezione che involontariamente poteva incutere. Sorrideva sornione, tirava su, con un gesto veloce, un ciuffo di capelli bianchi vaporosi, che subito ricadevano sulla fronte squadrata. E così dissimulava le malinconie dietro un piglio battagliero. Era rimasto l’iperlettore curioso e bulimico che da ragazzo, per tenersi sveglio, beveva litri di Coca-Cola.