È il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier a chinare il capo di capelli bianchissimi come quelli di Sergio Mattarella, quando a Monte Sole la figlia di una sopravvissuta allo sterminio di 80 anni fa si commuove, onorata di stringergli la mano: «Sono io onorato che mi abbiate chiesto di venire. È generoso da parte vostra. E non è scontato» risponde lui sottovoce.
È il momento più toccante della visita dei Presidenti, il Capo dello Stato e il suo omologo tedesco Steinmeier, a Marzabotto. I Presidenti si chinano ad ascoltare racconti e pensieri. Un dialogo fatto di parole sussurrate, mani che tremano ed occhi lucidi dei sopravvissuti e dei loro figli. È il «dono preziosissimo della riconciliazione» così lo chiama il Presidente tedesco.
È una giornata di pace con la storia quella che si vive a Marzabotto. Parla di perdono nella sua omelia anche il CardinaleMatteo Zuppi. «Il male si combatte con l’amore – dice, infatti, il prelato nelle sue preghiere – ma il male è molto più pericoloso quando non c’è giustizia». Si è riempita, nel frattempo, la Piazza a Marzabotto. 700 posti a sedere sotto il grande tendone delle Autorità.
Una platea che appena sente intonare le note di Bella Ciao inizia a cantare e battere le mani, mentre le bandiere dell’Italia sulle facciate dei Palazzi sventolano tra gonfaloni italiani e tedeschi. Molti i Sindaci presenti, in fascia tricolore. «Qui ci sono le radici dell’Europa e della democrazia» dichiara, infine, il primo cittadino di BolognaMatteo Lepore.