Il 24 Febbraio 1992 nasceva il Servizio Nazionale della Protezione Civile, composto dalle energie migliori del Paese: Enti, Istituzioni, Comunità tecnico-scientifica, Volontariato e Società civile. La Legge 225 di 30 anni fa, infatti, è l’inizio di una importante missione verso la popolazione

Nato sulla scia del dramma del terremoto in Irpinia, con il lungimirante contributo dell’allora Senatore Giuseppe Zamberletti, il Servizio Nazionale della Protezione Civile è un esempio di applicazione dei principi di sussidiarietà sanciti nella Carta costituzionale e nei Trattati dell’Unione europea.
Prima di allora esistevano soltanto Organizzazioni costituite su base volontaria da semplici cittadini che si attivavano in forma spontanea e solidaristica ogni qualvolta scoppiava, sul territorio nazionale, una qualche catastrofe ed emergenza, mentre con la suddetta Legge, venne istituito e regolamentato il Servizio Nazionale, con il compito, appunto, di «tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e altri eventi calamitosi».
Nel 2018 il Codice che regola la Protezione Civile viene, poi, modificato con l’obiettivo di puntare alla semplificazione, disciplinando, tra l’altro, le attività di previsione, prevenzione e mitigazione dei rischi.
«Il trentesimo anniversario della istituzione del Servizio Nazionale della Protezione Civile, offre l’occasione per esprimere la gratitudine della Repubblica per il lavoro svolto in tutti questi anni e per rendere omaggio a quanti, per prestare questo Servizio, sono caduti in missione a favore del prossimo» ha, intanto, dichiarato il Presidente Mattarella nel suo accorato messaggio inviato al Capo del Dipartimento Fabio Curcio.
«Oggi, il Servizio della Protezione Civile può essere annoverato fra le eccellenze del nostro Paese – ha, infine, concluso il Capo dello Stato – in grado di fronteggiare situazioni di crisi, anche al di fuori dei confini nazionali per prestare aiuto a Paesi colpiti da gravi calamità, con una fondamentale attività di prevenzione e di studio diretta a ridurre i rischi derivanti dalle fragilità che il nostro territorio manifesta».